L’AVANA
L’Avana, appari e scompari,
adesso per esistere dipendi dai miei sogni.
Ti vedo, carezzata dalla brezza,
eterna, sorridente, ben truccata.
Posso evocarti, fantastica,
con il tuo profumo di fiume nero e di sole,
poi non vederti più, ignorarti.
Posso vederti, frustata dagli uragani,
nascondere il tuo abito rammendato,
coprire i tuoi pilastri puntellati.
E poi non vederti più, ignorarti,
sciogliermi da te e dimenticare le tue inferriate di mare
senza smettere di amarti.
Hai il carisma di un frutto naturale,
di un’orchestra affiatata.
Simpatica e piena di ritmo,
ma io ti conosco nuda.
Ti conosco, L’Avana dei miei amici perduti,
le tue distanze in anni luce,
le tue interminabili attese in un’epoca perduta,
il tuo delirio paranoico e contagioso,
e conosco i tuoi mormorii dietro la parola d’ordine.