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Poesia cubana 2 - Herberto Padilla

02.03.2012 11:40

 

EL DISCURSO DEL MÉTODO

 

Si después que termina el bombardeo,
andando sobre la hierba que puede crecer lo mismo
entre las ruinas
que en el sombrero de tu Obispo,
eres capaz lo imaginar que no estás viendo
lo que se va a plantar irremediablemente delante
de tus ojos,
o que no estás oyendo
lo que tendrás que oír durante mucho tiempo todavía;
o (lo que es peor)
piensas que será suficiente la astucia o el buen juicio
para evitar que un día, al entrar en tu casa,
sólo encuentres un sillón destruido, con un montón
de libros rotos,
yo le aconsejo que corras enseguida,
que busques un pasaporte,
alguna contraseña,
un hijo enclenque, cualquier cosa
que puedan justificarte ante una policía por el
momento torpe
(porque ahora está formada
de campesinos y peones)
y que te largues de una vez y para siempre.
Huye por la escalera del jardín
(que no te vea nadie).
No cojas nada.
No servirán de nada
ni un abrigo, ni un guante, ni un apellido,
ni un lingote de oro, ni un título borroso.
No pierdas tiempo
enterrando joyas en las paredes
(las van a descubrir de cualquier modo).
No te pongas a guardar escrituras en los sótanos
(las localizarán después los milicianos).
Ten desconfianza de la mejor criada.
No le entregues las llaves al chofer, no le confíes
la perra al jardinero.
No te ilusiones con las noticias de onda corta.
Párate ante el espejo más alto de la sala,
tranquilamente,
y contempla tu vida,
y contémplate ahora como eres
porque ésta será la última vez.
Ya están quitando las barricadas de los parques.
Ya los asaltadores del poder están subiendo a la tribuna.
Ya el perro, el jardinero, el chofer, la criada
están allí aplaudiendo.

 

 

IL DISCORSO DEL METODO

 

Se dopo terminato il bombardamento,
camminando sull’erba che può crescere lo stesso
tra le rovine
come nel cappello del tuo Obispo
sei capace di immaginare che non stai vedendo
quello che si va a piantare definitivamente davanti
ai tuoi occhi,
o che non stai udendo
quello che dovrai ascoltare ancora per molto tempo
o (quel che è peggio)
pensi che sarà sufficiente l’astuzia e il buon giudizio
per evitare che un giorno, entrando nella tua casa,
troverai solo una poltrona distrutta, con un mucchio
di libri strappati,
io ti consiglio di correre immediatamente,
di cercare un passaporto
qualche contrassegno
un figlio malaticcio, qualunque cosa
che possa giustificarti con la polizia per il
momento inopportuno
(perché ora è composta
da contadini e lavoratori alla giornata)
e che tu prenda il largo definitivamente e per sempre.
Scappa per la scala del giardino
(che non ti veda nessuno).
Non prendere niente.
Non ti servirà niente
né un cappotto, né un guanto, né un cognome,
né un lingotto d’oro, né un titolo confuso.
Non perdere tempo
nascondendo gioielli nelle pareti
(li scopriranno in qualche modo).
Non ti mettere a riporre scritture nelle cantine
(le localizzeranno dopo i miliziani).
Diffida della miglior servitù.
Non consegnare le chiavi all’autista, non affidare
la cagna al giardiniere.
Non ti illudere con le notizie in onda corta.
Mettiti davanti allo specchio più alto della sala,
tranquillamente
e contempla la tua vita
e contemplati ora come sei
perché questa sarà l’ultima volta.
Adesso stanno togliendo le barricate dai parchi.
Adesso gli assaltatori del potere stanno già salendo alla tribuna.
Adesso il cane, il giardiniere, l’autista, la servitù
sono lì che applaudono.
 
Herberto Padilla