Cerca nel sito


Contatti

Cubareale - Niki

E-mail: seriomario@hotmail.com

La Primavera artistica di Cuba. L'Havana Biennial e Havana Cultura Visual Art Projects

19.04.2012 15:56

 

 

Autore: Barbara Cortina

 

 


C’è molta attesa tra gli addetti ai lavori per l’imminente apertura dell’undicesima edizione della Havana Biennial, a Cuba, il prossimo undici maggio. Intitolata “Prácticas artísticas e imaginarios sociales”, l’edizione 2012 della Biennale – con la supervisione di Jorge Fernández, già direttore artistico del Wilfredo Lam Center – coinvolgerà l’Avana nella sua interezza quando i lavori di 115 artisti provenienti da tutto il Sud e Centro America, ma anche dall’Europa e dal continente Asiatico, occuperanno sedi culturali, piazze, parchi cittadini e i più svariati spazi urbani. 

Solo che, questa volta, la manifestazione, che ha sempre costituito un punto di osservazione privilegiato sulle sperimentazioni artistiche e culturali dei Paesi del Sud del mondo, assume una particolare valenza che va al di là dell’arte contemporanea: da quando Raul Castro ha raccolto l’eredità dal fratello Fidel nel 2006, fino alla recente visita papale, alcune timide scelte riformiste adottate dal regime (liberalizzazioni, maggiore apertura delle banche nel concedere prestiti, incentivi all’agricoltura) hanno portato i più ottimisti osservatori a parlare di una ‘mezza primavera di Cuba’. Il regime è consapevole di dover accelerare il processo di riforma, l’embargo continua a pesare sulla vita quotidiana ma, in particolare, ciò che il popolo cubano chiede veramente sono libere elezioni e il rispetto dei diritti umani, a partire dalla possibilità di poter entrare e uscire liberamente dal Paese. Quei provvedimenti che, davvero, produrrebbero efficaci cambiamenti a livello sociale. A tale proposito l’undicesima Biennale, s’interrogherà su quali virtuose dinamiche l’arte contemporanea possa contribuire a produrre in questo specifico contesto ed in questa delicata fase di transizione. 

Scrive Jorge Fernández, il direttore artistico: “Abbiamo ritenuto opportuno dedicare questa undicesima edizione della Biennale ad una valutazione del rapporto tra produzioni visive e immaginario sociale. In linea di principio, dobbiamo sottolineare che quando parliamo di immaginario sociale, non ci riferiamo ad un corpo teorico ma al modo in cui le persone immaginano il loro spazio sociale e si esprimono attraverso riferimenti culturali e storici”. Poi continua: “Oggi, l'esaurimento dei vecchi modelli di rappresentanza sociale e istituzionale porta alla ricerca di nuove forme di convivenza e di socializzazione, le quali implicano altri modi di percepire e intendere la cultura”. E la cultura a Cuba si vive, si percepisce soprattutto per la strada. A rappresentare l’Italia in quest’edizione ci saranno Flavio Favelli, Piero MottolaValerio Rocco Orlando,Marinella Senatore e Giuseppe Stampone, riuniti nel progetto ‘L’etica prima della forma. L’arte nell’epoca dei cambiamenti necessari (1.# Primi appunti dall’Italia)’, a cura di Raffaele Gavarro. 

Tra gli eventi collaterali, merita una menzione anche la piattaforma Havana Cultura, curata da Flora Fairbairn (UK) e Sachie Hernández (Cuba), allo scopo di fornire supporto alla vibrante scena artistica locale offrendo visibilità e confronto a livello internazionale attraverso un programma di residenze. Ogni anno infatti, artisti cubani emergenti sono invitati a presentare ad un’apposita commissione il loro lavoro. I sei beneficiari della residenza ricevono una borsa di studio, tutoraggio nel completamento dei lavori e la possibilità di entrare a far parte della collezione permanente di Havana Cultura. I cubani, sin dalle scuole elementari fino alle accademie, ricevono una buona formazione artistica sia teorica che tecnica. Quello che manca, è la disponibilità finanziaria necessaria a portare a compimento i progetti. Per tale ragione questo genere di programmi sono fondamentali. Quest’anno, la collettiva finale dei sei borsisti sarà allestita al Museo del Rum de L’Avana (Havana Club è lo sponsor del progetto). Tra le opere in mostra troveremo anche i ritratti fotografici del già quotato Alejandro González per la serie ‘Cuba, Anno Zero’ e l’installazione video di Reinier Nande ‘Anatomia del tempo’. 

Alejandro González spiega che il progetto ‘Cuba, Anno Zero’, che ritrae gruppi di adolescenti nelle strade de l’Avana e nei sobborghi circostanti, è nato da un interesse sociologico che è alla base di tutta la sua ricerca; attraverso il suo obiettivo González si rende testimone della scomparsa degli ideali e delle aspettative che avevano caratterizzato la sua generazione e di un principio di omologazione che rende oggi un adolescente a L’Avana uguale ad un adolescente a Shangai. La tanto attesa modernizzazione di Cuba passa anche da qui.