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Cubareale - Niki

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Il segreto del metodo cubano: perchè la dittatura resiste - l'istruzione

03.01.2013 10:21

 

da: https://unitalianainecuador.wordpress.com/

Quest’anno ho passato la Viglia di Natale a casa di amici cubani che vivono in Ecuador.

Come sempre quando ci si ritirova con Cubani, si finisce a parlare di politica. Ci siamo chiesti in che modo la malattia di Chávez segnerà il destino di Cuba, e tutti erano concordi nel dirmi che, anche se lui dovesse morire, anche se Cuba dovesse riprecipitare nel periodo especial, non succederebbe nulla. Nessuno scenderebbe in strada, nessuno farebbe manifestazioni. Tutti tornerebbero a mangiare pane e merda, e continuerebbero a farsi mandare soldi dall’estero per mantenere una parvenza di status e dignità. E aspetterebbero.

Io chiedevo il perché: perché non fate nulla, anche voi che avete avuto la possibilità di viaggiare all’estero e vedere cos’è una democrazia, perché non fate nulla? Uno dei ragazzi che era con me mi ha risposto: “Guarda questo tavolino, rum, birra e stuzzichini. Al Cubano non interessa la politica, al Cubano interessa stare con gli amici, bere, mangiare, giocare a Domino. Pancia piena, stare bene…ecco tutto”. Non è così: ogni volta che ci riuniamo parliamo di politica, di Fidel, di Cuba. Tutti avete fatto carte false per uscire da Cuba, come puoi dire che non vi interessa?

Poi mi sono guardata intorno…e ho capito.

C’erano un giovane pittore esordiente, un dentista affermato, unadottoressa, uno psicologo e professore universitario. Stavamo festeggiando la chiamata di altri due amici che quest’anno hanno lasciato l’Ecuador per andare negli Stati Uniti: un’avvocato e un Manager di un negozio d’arte indiana.

C’erano anche due persone che ho conosciuto quella sera: due signori sulla cinquantina sposati, legalmente residenti a Quito, e che si dedicano adimportare clandestinamente vestiti e scarpe dall’Ecuador a Cuba per rivenderle (affare molto fiorente). I due raccontavano di aver viaggiato 19 volte solo nel 2012, cioè più di una volta al mese! Fanno parte di quel gruppo di persone che in qualsiasi altro posto nel mondo sarebbero poveri diavoli, a Cuba sono i nuovi borghesi!

La stra-grande maggioranza dei Cubani ha un titolo universitario. Spesso anche post-universitario. Sono tutti professionisti, ed orgogliosi di esserlo. Sono fieri di quello che sono e all’estero ritrovano anche la dignità della loro professione: quella che ti permette di avere una vita decorosa come premio per il tuo lungo e difficile percorso universitario. E`questo il punto chiave: tutti i professionisti aspirano ad uscire da Cuba, in un modo o nell’altro, per poter esercitare la propria professione che solamente fuori dall’Isola trova riconoscimento. A nessuno passa per la testa di giocarsi la possibilità di trovare quel riconoscimento all’estero manifestando contro il Governo (cosa che precluderebbe loro qualsiasi permesso di uscita dall’Isola). L’unico obiettivo che hanno è cercare di esercitare la loro professione nel più dignitoso dei modi. E se non riescono a farlo, allora diventano tassisti, o apri-porte in hotel. Ma non abbandona quello che sono ed il titolo che hanno.

Così ho capito qual è il segreto della Dittatura Cubana: ha saputo dividere in due la società e dare ad ogni gruppo ciò a cui realmente aspira.

A quella piccola porzione (oggi sempre più grande) di persone non laureate, e senza una professione di prestigio, come la coppia di signori conosciuti alla Vigilia di Natale, il cameriere di Coppelia e il tipo che ti vende hot dog per strada, ha dato la possibilità di affermarsi nell’Isola come non potrebbero fare in nessuna altra parte del Mondo.

A tutti gli altri, i professionisti, ha dato l’orgoglio di una professione altrove prestigiosa (anche a Cuba, in altre epoche). Ma ha fatto dipendere la dignità e il riconoscimento per l’esercizio di quella professione da un ricatto: avranno la possibilità di uscire da Cuba, e poi di rientrarvi, solo se si dimostrerannopubblicamente accondiscendenti con il Regime.

E’ questa la vera e più profonda particolarità del Regime cubano: le altre dittature in giro per il Mondo non utilizzano il riconoscimento e l’istruzione come cappio o guinzaglio per i loro cittadini. Utilizzano il metodo del terrore e della paura. Della repressione, della privazione di libertà. Questi sono tutti sistemi che se funzionano, non lo fanno certo per oltre 50′anni. La Rivoluzione cubana, invece, ha legato la manipolazione delle persone alle loro aspirazioni, ai loro sogni, e al loro desiderio di dignità. E ha capito che, al contrario di quello che dice il Padre della Patria José Martì, “Ser culto es el ùnico modo de no ser libre”…