LA BLOGGER FERMATA A BAYAMO INSIEME AL MARITO REINALDO ESCOBAR PER AVER CERCATO DI ASSISTERE AL PROCESSO DI CARROMERO
GORDIANO LUPI
La blogger Yoani Sánchez e suo marito, il giornalista indipendente Reinaldo Escobar, sono stati arrestati ieri a Bayamo, dove si erano recati per cercare di assistere al processo contro lo spagnolo Ángel Carromero, accusato di omicidio colposo per la morte dei dissidenti Oswaldo Payá e Harold Cepero.
Yoani Sánchez “è venuta a Bayamo per mettere in scena una provocazione e danneggiare il processo a Carromero. E’ stata arrestata dalle autorità locali”, ha scritto su Twitter il giornalista di regime Yunior Garcia Ginarte, corrispondente della Televisione dalla provincia di Granma, qualificando la blogger come “filostatunitense”. García Ginarte ha accusato Sánchez ed Escobar di seguire gli ordini della Sezione di Interessi degli Stati Uniti all’Avana, per creare uno show mediatico.
In realtà, Yoani Sánchez è corrispondente da Cuba per El Pais, quindi era suo preciso dovere di giornalista recarsi a Bayamo per reperire informazioni sul processo. Il problema è che Cuba la considera una “corrispondente illegale”, non accreditata, perchè il regime dei fratelli Castro vuole scegliere i giornalisti autorizzati a parlare del Paese. L’ideale per il regime sarebbe un allevamento di Minà, Lamrani, Vattimo e compagnia cantante… purtroppo esistono anche giornalisti veri.
Il blog della Sicurezza di Stato conferma l’arresto di Yoani, “per impedire il teatro in occasione del processo” e la “manipolazione della realtà”. Fa sorridere sentire esponenti dei media cubani e della Sicurezza di Stato parlare di realtà manipolata, ma dobbiamo riportare le farsi come sono state scritte.
Ieri, intanto , la polizia cubana ha arrestato a Santa Clara Guillermo Fariñas, Premio Sacharov 2010 del Parlamento Europeo, e altri 21 dissidenti, colpevoli di aver organizzato una riunione per dibattere argomenti politici. Il tema fondamentale: “Domanda civica per un’altra Cuba”.
Le detenzioni arbitrarie per motivi politici sono in forte aumento a Cuba, secondo la Commissione per i Diritti Umani, che negli ultimi sei mesi ha denunciato ben 533 arresti immotivati. Le autorità cubane accusano i dissidenti di essere mercenari al servizio degli Stati Uniti. Nelle ultime settimane la televisione di Stato sta dedicando grande attenzione al problema dissidenza, visto secondo l’ottica del regime. I media parlano di finanziamenti stranieri per distruggere la rivoluzione cubana.
Un tribunale di Bayamo sta giudicando lo spagnolo Ángel Carromero, accusato di omicidio colposo per la morte degli oppositori Oswaldo Payá e Harold Cepero nel corso di un incidente stradale accaduto a luglio nell’oriente di Cuba. Carromero guidava l’auto. Il pubblico ministero chiede una condanna a sei anni di reclusione. Secondo la versione ufficiale l’incidente sarebbe accaduto a causa di un eccesso di velocità e per altri errori del conducente che non avrebbe prestato attenzione alle condizioni dei luoghi. La famiglia di Payá insiste per ottenere un’indagine indipendente e – per bocca della figlia – ribadisce di non credere alla spiegazione ufficiale. Tra l’altro non si è costituita parte civile contro Carromero. Le autorità cubane hanno diffuso un video dove Carromero si prende ogni responsabilità e chiede alla comunità internazionale di fare il possibile per farlo uscire da Cuba e di non usare l’accaduto per scopi politici. L’altro sopravvissuto, lo svedese Modig, ha fatto rientro al suo paese ma ha dichiarato di non ricordare niente sul sinistro perchè stava dormendo.
I media cubani accusano Carromero e Modig di essere entrati a cuba con visto turistico, ma di essersi occupati di attività politiche a carattere controrivoluzionario, tra queste la consegna di denaro al movimento dissidente diretto da Payá. Il Governo spagnolo ha chiesto massima discrezione sul caso e spera di poter rimpatriare in tempi brevi il proprio cittadino.