Cerca nel sito


Contatti

Cubareale - Niki

E-mail: seriomario@hotmail.com

Scritti di Niki - Rainoso

14.03.2012 11:43

 

RAINOSO

 

 

Rainoso era un grande uomo.

Lo dicevano in molti, e soprattutto i suoi 8 figli, tra maschi e donne.

Erano tutti sposati con prole anch’essa sposata con altri figli.

A Cuba far figli prima dei 20 anni è comune quindi Rainoso all’età di 72 anni era già molte volte bisnonno.

Gli volevano bene tutti, era buono, e quando poteva cercava di aiutare tutti, ma non si negava mai, e spesso se chiamato vagava per distanti barii della città, da Lawton a Mariano, dalla Lisa a  Playa, dal Cerro alla Vibora, fino ad arrivare a Guanabacoa dove viveva la sua ultima figlia, bastava chiamarlo poi provvedeva lui per trovare il modo di arrivarci.

Era generoso di animo, d’altro non poteva…

Come tutti qualche pecca l’aveva, la sua abbastanza comune, era il bicchiere.

Non arrivava mai a mezzogiorno che non aveva la sua dose d’alcol nel sangue, e con le ristrettezza economiche dalla sua famiglia si doveva accontentare spesso di liquore fatto in casa ,  veleno puro ma efficace e funzionale.

Fu una sera che tornado a casa con la sua immancabile busta di plastica, spesso piena solo di insalata e qualche frutta, magari qualche volta anche di una bottiglia di quello buono che lo sorprese un apagon su per le scale. Era frequente che in quel malandato quartiere la corrente elettrica saltasse, per qualche minuto. Per qualche ora a volte per qualche giorno.

Era quasi arrivato all’ultimo pianerottolo dove era l’entrata del suo appartamento e quei due ultimi gradini li conosceva bene, ma quella volta inciampò, e la stretta scala senza poggiamano non gli offrì nessun appiglio e nessun riparo.

Ruzzolò quasi fina al piano di sotto battendo violentemente la testa.

La moglie ed i vicini lo soccorsero immediatamente, lui era solo un po’ stordito, niente di più, ma ugualmente lo portarono al pronto soccorso dove, succede dappertutto, i dottori stabilirono senza alcun esame che non aveva niente, che era tutto a posto.

Due giorni dopo Rainoso spirò, le sue orecchie perdevano sangue per l’emorragia interna.

L’enorme famiglia si riunì in fretta, bisognava organizzare il funerale.

Il giorno dell’interro, dietro al carro funebre procedevano due pulmini noleggiati appositamente, 15 taxi strapieni e per ultimo un camion frigorifero colmo di ogni ben di dio alcolico.

Al cimitero Colon, quello monumentale dove fù portato gli era riservata solo una buca in terra sovrastata da una lapide di marmo.

Il camion frigorifero fù portato fino a lì ed aperto quando Rainoso fù deposto.

La sbronza collettiva alleggerì il patos fino alle risa ed ai ricordi più belli e agli aneddoti più comici della vita di quell’uomo tanto che tutti uscirono con gli occhi lucidi e lacrime agli occhi, ma ovviamente per le risate non per il pianto.

Rainoso, sono convinto, rise anche lui e se ne andò contento.