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Cubareale - Niki

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Cuba Vieta il Reggaeton

11.12.2012 17:57

 

 
In un’intervista rilasciata il 30 novembre a Pedro de la Hoz, giornalista del Granma che copre le notizie di Cultura, il Presidente dell’Istituto della Musica Orlando Vistel Columbié ha rivelato che si sta lavorando ad una legge che vieti la riproduzione in pubblico (sia in autobus che in televisione, per intenderci) di musica con “testi aggressivi, sessualmente espliciti, osceni, che tergiversano la sensualità implicita nella donna cubana, proiettandola come un grottesco oggetto sessuale in un contesto comportamentale ancora più grottesco. Tutto questo con accompagnamenti musicali questionabili o di infima qualità, nei quali impera il facilismo e la mancanza di rigore formale”.
 
 
Appena arrivata a Cuba imperava una canzone dei Cero Kopia che faceva ballare tutti con il ritornello “Abbassati che ti arriva uno schiaffo“. Non scorderò mai che la prima rissa alla quale assistetti cominciò proprio con quella dichiarazione di guerra: in un autobus pieno di gente un ragazzo lo gridò a un altro che stava guardando la sua ragazza. L’altro gli rispose “No, abbassati tu!” e così cominciò la rissa. La ragazza finì con il naso il rotto per sbaglio!
 
 
 
Poi arrivò Gente de Zona,
uno dei gruppi di reggaeton più importanti, che al grido di “Devi sapere cosa vuol dire vivere in un quartiere umile e imparare a relazionarti con la gente” cantava “Chi ammazzeranno, chi elimineranno, se è già stato dimostrato che io sono l’animale“. E giù tutti a dire l’animale sono io, no io, no io sono più animale di te, con relative prove di mascolinità che finivano sempre con qualche bottiglia di rum spaccata in testa di qualcun altro. All’improvviso tutti si sentivano orgogliosi di essere cresciuti in quartieri umili (come se ci fossero molti quartieri poco umili all’Avana)
Poi è stata la volta di “Hechale un palo” di non so chi, che infuriò sul serio: canzone in doppio senso che in pratica diceva “Scopala una volta, due volte, tre volte, perché lei si mantenga” con decine di ragazze dagli sguardi maliziosi e accondiscendenti che perreavano (e cioè, letteralmente, ballavano come cagne) nel video. Tutti i giovani cubani cominciarono allora  mormore questo ritornello al passaggio delle ragazze, come se fosse un complimento. E le ragazze reagivano come se fosse un complimento!!!
 
 
Infine l’anno scorso, è arrivato il “Chupi Chupi” di Osmani Garcia e un’altra decina di “cantanti” cubani, che si è pure preso dei premi per il video di alta qualità! Ed in effetti il video è pieno di ragazze in un parco giochi che succhiano chupa chups, con la solita aria maliziosa ed accondiscendente. Il testo, evidentemente d’autore dice “Traigo un chupi chupi, que ella lo disfruti, abre la bocuchi, tragatelo tuti” usando anche degli italianismi, proprio a sottolineare il legame con il turismo sessuale! La traduzione sarebbe ”Io ho un chupi chupi, che lei ne goda, apri la boccuccia e mandalo giù tutto”, insomma, pura poesia.
Scrivo tutto questo per dire che io non solo mi sento totalmente d’accordo con quello che dice Orlando, ma sottoscrivo in pieno l’immagine che il Reggaeton (anche se lui spiega che il discorso non si applica solamente a quel genere) dà delle donne, rilegandole a meri oggetti sessuali. Eppure non sono così sicura che una legge per vietarlo sia la risposta. Soprattutto perché, al contrario di quanto sostiene Orlando, non credo che il reggaeton abbia cambiato la società, ma piuttosto che la società abbia trovato un suo specchio fedele nel reggaeton. Insomma, il problema non starebbe nella musica, ma nella cultura. E allora ci sarebbe da chiedersi: Cosa stanno facendo le politiche e le istituzioni cubane per evitare che si propaghi quel tipo di cultura? E questa è davvero una bella domanda.
Il propagandare immagini evidentemente sessuali nelle pubblicità che promuovono in turismo a Cuba, anche e soprattutto negli stessi organi consolari cubani all’estero, che tipo di turisti richiama?
Far crescere bambine con l’idea di dover imparare a ballare in modo provocante perché così potranno conquistare un turista in vacanza a Cuba e racimolare un po’ di soldi che tipo di cultura incentiva?
Far passare l’idea che la totale mancanza di valori e di principi siano totalmente giustificabili pur di arrivare al fine condivisibile di vivere in modo agiato e possibilmente all’estero, che a che razza di società porta?
 
 
E quando, alla fine, i turisti arrivano in vacanza in virtù di immagini promosse a sfondo sessuale, e la società prodotta è senza valori e senza morale, ci si può veramente meravigliare del fatto che quella società si cerchi un genere musicale nel quale rispecchiarsi ed immedesimarsi?
 
Certo la donna cubana è sempre stata provocante, e certo l’uomo cubano è sempre stato spavaldo, ma siamo sicuri che i risultati in termini di aumento delle violenze sulle donne, e aumento della criminalità in generale siano solo colpa di cantanti che, per quanto sgradevoli, hanno solo avuto il compito di tradurre un sentimento comune e condiviso sull’Isola? E chi è il responsabile di questo sentimento comune e condiviso?
Solamente un regime abituato a risolvere i suoi problemi con la repressione può pensare che questo atteggiamento funzioni…e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.